Dopo un periodo di consolidamento del 2014, l‘export vinicolo italiano riprende la via dei record e dai dati ufficiali Istat diffusi oggi si registra nel 2015 il valore di 5,39 miliardi di euro (+5,4%) pari a 20,24 milioni di hl (-1.3%). Se si pensa che cinque anni fa, nel 2010, le cifre erano 3,9 miliardi di euro e 22,1 milioni di hl, è evidente la strada imboccata dal vino italiano che porta ad una riqualificazione sempre più marcata e con un prezzo medio generale sempre in aumento. Infatti, i vini sfusi esportati nel 2010 furono 7,2 milioni di hl e ora, nel 2015, sono diventati 5 milioni di hl mentre i vini imbottigliati, rimanendo quasi invariati nella quantità (da 12,5 milioni di hl nel 2010 a 12,2 nel 2015) registrano in cinque anni una crescita in valore da 3,1 miliardi di euro a 4 miliardi.
Osservando i dati dei singoli Paesi, spicca la performance degli Stati Uniti, con 1,28 miliardi di euro (+13,9%) mentre la Germania scende a 962 milioni di euro (-1,5%) e il Regno Unito sale a 746 milioni di euro (+13,3%) di cui 275 milioni di euro di vini spumanti (+50,9%). La Russia sconta la vicenda dell’embargo agroalimentare, vino compreso, voluto da Putin: solo 294.000 hl (-28,5%) pari a poco più di 71 milioni di euro (-30,5%). La Cina invece registra nel 2015 un export beneaugurante di 269.000 hl (+5,4%) pari a 89 milioni di euro (+17,7%) di cui 72 milioni di euro in bottiglia e 12 milioni di euro di vini spumanti.
pubblicato l’11 marzo 2016 in Wine Acts